Impermeabilizzazione con bitume: la storia
L’impermeabilizzazione con bitume ha radici antichissime. L’esigenza di proteggere manufatti e persone dall’acqua è intrinseca nell’evoluzione di ogni civiltà, ed è possibile trovare traccia di attività volte all’impermeabilizzazione già migliaia di anni fa. Il bitume era un materiale raro e di difficile reperimento e solo con l’avvento dell’industrializzazione è stato possibile utilizzarlo regolarmente per l’impermeabilizzazione di coperture.
Le prime tracce conosciute di impermeabilizzazione risalgono ad oltre 15.000 anni fa, quando gli “uomini della pietra” sigillavano le fessure delle rocce che costituivano le loro caverne con impasti di argilla.
Poche migliaia di anni avanti Cristo, in Mesopotamia ed Egitto, invece, si utilizzava il bitume puro o impastato con altri materiali per sigillare contenitori oppure per creare leganti e malte per proteggere dall’acqua componenti edilizi come pietre e mattoni e strutture immerse. Sono state rinvenute anche delle mummie trattate con bitume per garantirne la conservazione.
Il bitume era usato, nel corso dei secoli, anche per il calafataggio delle barche. Le coperture, invece, erano impermeabilizzate con impasti di argilla, malte, fango ecc. a seconda della collocazione geografica e delle disponibilità ambientali. In alcune aree si cominciò a spalmare sui tetti anche la pece fusa, ottenuta dal residuo della distillazione del catrame di carbon fossile (legno resinoso).
L'età moderna
È dalla prima metà dell’800 che nacquero le prime “carte catramate”. Con la diffusione dell’illuminazione a gas delle città, il catrame (prodotto della distillazione secca dei carboni fossili) divenne sempre più reperibile. Questo, posato in copertura a più strati assieme a dei teli, consentiva l’impermeabilizzazione degli edifici.
Dalla fine dell’800, a seguito della realizzazione di strade in asfalto, estratto in miniera, cominciarono a diffondersi le impermeabilizzazioni "moderne". L'asfalto colato era spalmato a caldo in copertura. Si comprese, quindi, come il bitume fosse il prodotto più idoneo per le impermeabilizzazioni.
Tra la fine delle Seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni ’70, le impermeabilizzazioni erano composte prevalentemente da sistemi multistrato composti da più strati di cartone o velo vetro bitumato realizzati direttamente sul tetto.
Fu proprio in Italia, con la Derbit, che nacque nel 1967 il Derbigum, la prima membrana prefabbricata bitume-polimero. Da allora la tecnologia è stata sempre più affinata e migliorata. Derbigum ha sviluppato, a partire dagli anni ’90, un processo di riciclo del bitume che le consente di ottenere nuova materia prima impattando il meno possibile sul pianeta.